Mangiare fa parte della nostra vita fin da quando veniamo concepiti.

E’ il modo per dimostrare amore, per festeggiare un traguardo, per condividere un momento con la famiglia o gli amici ma è anche un rifugio nei momenti di dolore, di rabbia, stanchezza.

Mangiamo perché è necessario per mantenerci in vita, d’altra parte, il cibo è fonte di piacere, resta il fatto, però, che è un gesto che facciamo in maniera automatica… e più cresciamo, diventando adulti, meno siamo consapevoli mentre ci nutriamo.

Questa “non consapevolezza” parte da lontano: riguarda il nostro vivere che è sempre di corsa, mai presente nel momento.

Mangiamo, quindi, velocemente, tant’è che spesso, non ci prendiamo la pausa per consumare il pasto, ma continuiamo a lavorare, oppure scorriamo i social sullo smartphone mentre mangiamo. Ciò comporta che consumiamo il pasto e non ci rendiamo conto di ciò che abbiamo mangiato.

Durante le visite in studio mi capita di chiedere al paziente di descrivermi i pasti del giorno precedente (quindi poco più di 12 ore prima) e, spesso, non ho una risposta perché non si ricordano cosa hanno mangiato.

Buttiamo tutto dentro di noi e assaporiamo poco, o nulla.

Di conseguenza non siamo mai davvero soddisfatti a fine pasto, appesantiti ma non appagati e quindi cerchiamo altro cibo, apportando più calorie al nostro fabbisogno giornaliero di quante ne abbiamo bisogno.

E’ importante imparare ad essere presente nel “qui ed ora” e assaporare con tutti i sensi il piatto che abbiamo davanti.

Come si può fare?

Non è facile, abituati come siamo a correre e a dedicare pochi minuti ai pasti, ma si può imparare: come in ogni cambiamento della vita, bisogna cominciare da piccoli passi.

Scegliamo un solo pasto in cui essere consapevoli e durante quel momento cerchiamo di essere presenti, prima di tutto respiriamo e poi assaporiamo il piatto con tutti i sensi:

  • prima lo guardiamo (vista),
  • poi lo annusiamo (olfatto),
  • lo tocchiamo (tatto)
  • lo mettiamo in bocca (gusto),
  • e prima di gustarlo “ascoltiamo” il suono (udito) che il cibo fa mentre lo mastichiamo.

Semplice eppure molto complicato, ma in questo modo assaporeremo quel cibo come non mai, gustando pienamente il sapore, perché, esso non è “semplicemente scivolato” dalla bocca all’intestino, ma ha avuto il giusto tempo e attenzione per “attraversare” il corpo, offrendoci una soddisfazione piena sia a livello nutrizionale che emotivo.

La consapevolezza consente di mangiare il giusto, di sentirci sazi ma non appesantiti e di non avere fame per tempi più lunghi.

Tutto ciò comporta un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata e di conseguenza uno stato di benessere pieno e di perdere qualche chilo se necessario o mantenere il peso forma.


La consapevolezza consente di mangiare il giusto, di sentirci sazi ma non appesantiti e di non avere fame per tempi più lunghi.


Tutto ciò comporta un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata e di conseguenza uno stato di benessere pieno e di perdere qualche chilo se necessario o mantenere il peso forma.
Dott.ssa Giovanna Senatore Biologa Nutrizionista
Specialista in Scienza dell’Alimentazione

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